- Titolo: C’era una Volta un Cuore spezzato
- Titolo originale: Once upon a Broken Heart
- Autrice: Stephanie Garber
- Traduttrice: Maria Concetta Scotto di Santillo
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8817163217
- Casa editrice: Rizzoli
Evangeline Volpe ha sempre creduto nell’amore e nel lieto fine… Fino al giorno in cui scopre che quello che credeva essere il ragazzo della sua vita sta per sposare un’altra. Nel disperato tentativo di impedire le nozze, Evangeline stringe un patto con il Fatidico Principe di Cuori, affascinante quanto malvagio. In cambio del suo aiuto, il Fato chiede a Evangeline tre baci, che dovrà dare quando e a chi deciderà lui. Ma già al primo dei tre baci promessi, Evangeline impara a sue spese che mettersi in affari con un immortale può rivelarsi un gioco molto pericoloso, e che ciò che il Principe di Cuori vuole da lei è più di quanto si è fatto promettere. I piani che ha fatto per Evangeline potrebbero portare al più straordinario dei lieto fine o alla più spettacolare delle tragedie
Recensione e commento
Che viaggio incredibile è stata questa lettura! C’era una volta un cuore spezzato è un libro che ho ricevuto in omaggio dalla casa editrice diverso tempo fa (lo ammetto e me ne scuso, ma dovevo prima portarvi tutti i contenuti della trilogia prima di parlarvi del primo libro di questa nuova serie) e l’ho affrontato assieme alle mie amiche Giorgia e Rossella.
Per tutte e tre, lo scetticismo era palpabile, dopo la cocente delusione di Finale, una conclusione decisamente indegna per una serie iniziata col botto. Invece, devo ammettere che, seppur presentando numerosi difetti (ci mancherebbe che a me andasse tutto bene! Ma neanche per sogno) ha saputo stupirmi in positivo, proprio perché non presenta gli stessi problemi di Finale. Intanto perché tutto ha un senso, la trama è gestita decisamente meglio rispetto ai vicoli ciechi e alle interazioni campate in aria di Finale. Anche i personaggi secondari, che in Finale entravano in scena solo quando servivano e ne uscivano quando avevano finito di fare quello di cui le protagoniste necessitavano, in C’era una volta un cuore spezzato vengono introdotti con anticipo e hanno una loro tridimensionalità. Anche il ritmo è bello serrato e la mia sensazione generale è che rispetto ai libri della serie precedente, qui la si tirasse meno per le lunghe, che il finale sia arrivato puntuale e senza strappi. La protagonista, Eveline, non mi è risultata indigesta (e credetemi, è un risultato importante dopo Donatella). L’elemento che ho apprezzato di più, qui tiro un sospiro di sollievo, è che finalmente il worldbuilding sia stato ampliato: il potenziale dell’ambientazione era già evidente ed è sempre stato quello che mi piaceva di più della trilogia di Caraval, per questo sono rimasta un po’ dispiaciuta che non fosse stato più dettagliato. Qui, finalmente, vediamo dei nuovi regni e ci viene mostrata una grossa fetta di sistema magico. Un mondo con artifici magici degli del Paese delle Meraviglie, paesaggi a metà tra il fiabesco e il reale, tra lo storico e il leggendario. Ho amato questo libro soprattutto per la sua ambientazione, non ho problemi ad ammetterlo, credo che sia diventata una delle mie preferite.
Il libro, quindi, nel complesso, funziona, ma questo non significa che nulla mi abbia lasciata perplessa. Tanto per cominciare, un aspetto presente in tutto il romanzo è qualcosa che (spero) nel 2022 non è più di moda: la costante rivalità tra donne, specialmente quando si parla di accalappiarsi lo stesso ragazzetto insipido. Sinceramente, e qui si tratta di gusto personale, il filone Cenerentola mi ha un po’ stancata, ma se il romanzo comincia in un modo che appare prevedibile e già sperimentato, verso la metà prende una sterzata del tutto inaspettata, perché quello che appariva come un potenziale fantasy romance diventa improvvisamente un thriller ed è interessante come si sospetti di qualsiasi personaggio entrato in azione fino a quel momento. Qui ci sono pregi e difetti, perché avevo sentito dire che C’era una volta un cuore spezzato avesse Jacks come protagonista,che a mio parere meritava una storia tutta sua, dopo essere stato trattato a pesci in faccia da Donatella in Finale, ma anche qui è relegato a personaggio secondario. Però qui Garber è stata magistrale nell’essere realista in questo mondo da favola. È un po’ come se ci trovassimo in una fiaba, ma tutto fosse gestito in modo più razionale, più approfondito e personale.
Se mai dovessero girare una trasposizione cinematografica di questo romanzo, io voglio Federico Fashion Style per interpretare il principe Apollo. |
Al di là dell’ambientazione, che come ho detto, è a mio parere il punto forte di C’era una volta un cuore spezzato, la cosa che ho preferito è che questo libro mi ha fatta ridere veramente di gusto, non tanto per le scene in sé, quanto per il loro svolgimento molto pop. Ci sono personaggi che fanno entrate in scena degne delle più appariscenti drag queen (sul serio, nelle scene in cui appare Apollo provate a mettere The Bitch is Back di Elton John o Il Triangolo di Renato Zero e vedrete come cambia subito il tono), o luoghi e personaggi che avrebbero potuto essere protagonisti di una puntata de Il Castello delle Cerimonie, con i loro tatuaggi super trash (Mal, mi manchi, il tuo “Sono diventato una spada” a confronto era roba raffinata) o i loro sobri palazzi tutti viola abitati da eccentriche vecchiette. E credetemi, non dico questo per prendere in giro, lo dico con autentica simpatia, perché ho davvero trovato queste parti genuinamente divertenti, sono quelle che mi hanno intrattenuta meglio e avevo bisogno di un libro che mi facesse ridere così. A contribuire alla generale godibilità del libro è stato anche l’effetto nostalgia, perché a un certo punto della trama succede qualcosa che mi ha catapultata direttamente nel 2008 che in un primo momento mi aveva fatta bonariamente gridare al trash, in un secondo momento mi sono resa conto che Garber è riuscita a farla funzionare sul lungo termine e che probabilmente avrà delle ripercussioni nei seguiti.
In sostanza, non vedo l’ora di leggere il seguito. Questo libro introduttivo della nuova serie è stato una lettura frizzante e divertente. Non voglio dirlo a voce troppo alta, ma parrebbe che l’autrice abbia corretto gli errori tecnici della serie precedente. Dita incrociate per The Ballad of Neveafter.
Mi è piaciuto un sacco questo libro e ammetto che anch'io mi sono fatta qualche risata qua e là 😂 però come te non vedo l'ora di leggere il seguito e mi aspetto grandi cose, soprattutto una maggior presenza del mio adorato Jacks 💘
RispondiEliminaFranci K.
Dovrei aver letto per forza la trilogia per leggerlo? Perché mi manca all'appello e non sono molto attratta da caraval 🙈
RispondiEliminaLa pensiamo uguale su molte cose, soprattutto sull'entrata stile Federico fashion style 😂
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