- Titolo: La Stanza dei Segreti
- Titolo originale: The Widow Spy
- Autrice: Megan Campisi
- Traduttrice: Francesca Toticchi
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788842935827
- Casa editrice: Nord
Trama
La guerra civile infuria e, per aggiudicarsi la vittoria, servono armi più potenti di cannoni e fucili. Servono informazioni. Per Kate Warner è l'occasione che aspettava da tempo, fin da quando è stata assunta dalla leggendaria Pinkerton National Detective Agency. Kate è l'unica agente donna e lotta da anni per conquistarsi il rispetto dei colleghi, che la considerano troppo emotiva per le operazioni sul campo. Ma adesso, nell'agosto del 1861, è lo stesso Allan Pinkerton a sceglierla per una missione delicatissima. Nessun uomo infatti potrebbe far collaborare Rose O'Neal Greenhow, una vedova sudista che è stata trovata in possesso di un messaggio cifrato che, se decrittato, potrebbe porre termine a quella carneficina. Ricca, viziata e razzista, la donna rappresenta tutto ciò che Kate disprezza. Lei che è nata povera e che ha sempre potuto contare solo su se stessa, non può sopportare l'arroganza con cui la vedova Greenhow si ostina a proteggere un sistema basato sul privilegio e la sopraffazione. Eppure, per riuscire a conquistarsi la sua fiducia, Kate deve imparare a mettersi nei suoi panni, scoprendo così una persona forte e determinata, che combatte per ciò che ritiene giusto. Solo allora Kate si rende conto che una donna del genere – così diversa eppure così simile a lei – non può essere piegata. E che tutte e due sono pedine di un gioco dall’esito imprevedibile…
Recensione e commento
Il primo libro di Megan Campisi, La Custode dei Peccati, mi aveva chiamata come solo i libri che sono destinati a noi sanno chiamarci. Eppure, non era stato amore a prima vista, solo alla seconda lettura mi ero resa conto di quanto l’autrice fosse stata bravissima a calarsi nella psicologia di una donna analfabeta di una ucronica epoca vittoriana. Per cui ero sicura che se la mia prima collaborazione con Editrice Nord (che ringrazio tantissimo per la copia omaggio) fosse stata questa, allora sarebbe andata benissimo. Non mi sono sbagliata.
La Stanza dei Segreti, invece, non è un’ucronia, ma uno storico vero e proprio che si ripropone di colmare con la finzione quello di cui la Storia non ci ha lasciato testimonianza. Campisi ci racconta di Kate Warne, una donna di origine irlandese emigrata negli Stati Uniti che si occupa di fare la detective per gli abolizionisti della schiavitù dei neri. Con una brevità scevra di prolissità, il che è di per sé indice di qualità quando si parla di letteratura, vediamo l’arco di trasformazione di una protagonista che vive mille archetipi femminili diversi e ho trovato che la bravura dell’autrice sia consistita soprattutto in questo. Perché non abbiamo un’eroina che è perfetta in tutto e per tutto, ma una persona nella quale coesistono idee giuste e sbagliate che si contraddicono a vicenda. Da un lato si rende conto delle discriminazioni che vivono le donne del suo periodo storico, a cui viene richiesto di aderire a degli standard molto stringenti, ma per quanto lei stessa pensi che siano i canoni sociali a doversi adattare alle persone e non viceversa, spesso si ritrova a giudicare male le altre donne, specialmente quando combattono per cause opposte alla sua. Non riesce a uscire dalla visione in cui si cade spesso quando si riesce ad affrancarsi, ovvero quello di pensare che tutte le persone abbiano gli stessi strumenti e che chiunque possa fare lo stesso. E anche se lei sa che le condizioni di partenza cambino molto, spesso questo ragionamento corretto si ferma al concetto della classe sociale e non riesce ad abbracciare anche il genere. Non all’inizio, almeno, perché il percorso di Kate sarà incentrato proprio sull’imparare a fare le cose nel modo giusto, a non usare metodi notoriamente “maschili”, ovvero usare la violenza appena non si riesce a ottenere quello che si vuole e vedere il mondo sempre a parti contrapposte. Kate non è perfetta e non lo sarà nemmeno alla fine, quando, pur avendo imparato a considerare le sue avversarie come esseri umani che sono approdate a quel punto della loro vita tramite esperienze segnanti tanto quanto lei, comunque non riesce ad abbracciare tesi troppo pacifiste.
Penso che in questo consista la maggior parte dell’abilità di Campisi, perché per quanto le siano ben chiari in testa gli archetipi, riesce comunque ad amalgamarli, a farli coesistere nella stessa persona creando contraddizioni tra pensieri consci e inconsci. Kate, ad esempio, ha un aspetto ordinario, il che le torna utile nel suo mestiere di spia e agente sotto copertura, dato che le consente di passare inosservata. Eppure, per quanto abbia altre doti pregevolissime, non manca l’invidia costante verso la bellezza canonica per quanto lei dica a sé stessa che non ha importanza e che non le sarebbe utile.
Il romanzo è stato sorprendentemente semplice da leggere e riesce a calare nell’atmosfera della seconda metà ottocentesca negli Stati Uniti senza dilungarsi in spiegazioni, anzi, qui si vede tutta la formazione teatrale dell’autrice che rompe molto spesso la quarta parete e usa tantissimi espedienti che le consentono di mandare avanti la storia in modo drammaturgicamente ineccepibile e ritmato. Non c’è nulla da spiegare: gli eventi vengono vissuti e basta, senza che ci sia un eccessivo bisogno di descrizioni.
Inoltre, ho trovato la scelta del soggetto decisamente interessante, dato che invece di affrontare figure storiche sulle quali è stato già detto tutto e il contrario di tutto, Campisi ci delizia con una protagonista di cui si sa solo che è esistita veramente, per cui ha ampio spazio di manovra per inventare senza che la psicologia che attribuisce a Kate contraddica altri documenti, perché, appunto, non ce ne sono, così come sono pochissime le tracce lasciate dai secondari.
Insomma, la mia opinione di questa autrice si riconferma positivissima, perché riesce a raccontare storie originalissime, per le quali serve uno studio matto e disperatissimo, senza mai fare sfoggio di cultura e senza rallentare mai il ritmo. Se amate i romanzi storici, questo non potete farvelo scappare!
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