martedì 19 novembre 2024

Apprendista cercasi

  • Titolo: Apprendista cercasi
  • Titolo originale: Apprentice to the villain
  • Autrice: Hannah Nicole Maehrer
  • Traduttrici: Cecilia Pirovano & Elisa Villa
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788820079024
  • Casa editrice: Sperling&Kupfer
Trama 

Evie Sage non è mai stata più felice di essere l'assistente del Cattivo. Chi avrebbe mai pensato che lavorare per il signore supremo del male, scandalosamente bello, sarebbe stato così gratificante? Tuttavia, il compito di essere cattivo è impegnativo, le forze del bene sono fastidiosamente tenaci e il malvagio capo è in qualche modo... ehm, lontano dal ruolo di malvagio. Ma non è tutto: qualcosa di strano sta accadendo alla magia nel regno di Rennedawn. Le barriere attorno al castello si stanno indebolendo, lasciando tutti gli abitanti sempre più esposti ai nemici... compreso il loro numero uno, il re. Ora è il momento per Evie di affrontare la sfida più grande: proteggere il covo del suo capo, tutte le sue opere nefande e forse (a condizione che nessuno lo scopra) l'intero regno. È ora di uscire dalla sua zona di comfort e apprendere nuove abilità: tradire, usare il pugnale, cospirare con il nemico... E tutto è così... deliziosamente divertente. Ma cosa succede quando l'assistente del Cattivo è pronta a diventare il suo apprendista?


Recensione e commento

Uno dei sequel che aspettavo con più trepidazione quest’anno è Apprendista cercasi e userò questa recensione per razionalizzare moltissime cose che devo mettere sul piatto della bilancia.

Rispetto ad Assistente cercasi ci sono molte differenze sia per struttura che per tono. Il primo libro era per gran parte un insieme delle scenette divertenti che l’autrice metteva in scena sul suo profilo TikTok e solo da un certo punto in poi c’era una trama organica. In questo secondo volume, per ovvi motivi è più presente l’intreccio, mentre la vena comica purtroppo manca quasi del tutto. Il tono resta sempre scanzonato e leggero, ma non mi è capitato di scoppiare a ridere in pubblico come invece mi succedeva durante la lettura del primo volume.

Complessivamente è un romanzo che mi è piaciuto nel suo giusto contesto, ma ha impiegato un po’ per ingranare e devo ammettere che dei difetti ci sono. Poiché è la parte romance a farla da padrona, moltissime delle scene che riguardano i due protagonisti sono pretestuose e spesso non convincenti proprio perché nella cifra totale della trama non hanno alcun senso se non quello di farli stare forzatamente vicini. Personalmente non ho mai apprezzato le trame basate sulla miscommunication: insomma, questi due si piacciono ma non se lo dicono e nonostante entrambi abbiano compreso i sentimenti dell’altra persona non fanno mai un passo per cominciare una relazione. Non capisco perché, dal momento che la trama cerca di spiegarcelo in modo forzato.

Ciò che ho apprezzato, invece, è l’ambientazione, molto fiabesca, spesso grafica nelle descrizioni di fiori allucinogeni coloratissimi, di soffici nuvole e voli di draghi. Amo i worldbuilding simili, mi ricordano sempre libri come Once more upon a Time o il mio amato Shrek. Anche l’approfondimento psicologico dei secondari ha avuto molto più spazio, tanto che conosciamo la storia di moltissime figure introdotte nel primo libro e che non avevano ancora avuto modo di esprimersi al meglio. 

Eppure, diciamo che i pregi veri e propri finiscono più o meno qui, perché a parte l’ambientazione e a parte che come libro sia scorrevole e intrattenga, per il resto cade moltissimo nel cliché del romance, ad esempio inserendo la presenza di una ship letteralmente per chiunque. È una cosa che detesto perché essere single non è una situazione a cui trovare un rimedio e se il romance è incentrato sui protagonisti non mi sembra equilibrato aprire infinite parentesi su chi piaccia a chi ma non glielo voglia dire.

Non voglio sembrare disfattista in questa recensione, come già detto Apprendista cercasi mi è piaciuto inserito nel suo giusto contesto, ma credo che sia giusto fare le doverose precisazioni in merito alla differenza di tono e di struttura rispetto al primo. Sicuramente leggerò i seguiti, anche se ho un po’ di timore perché quattro libri rischiano di stiracchiare eccessivamente la trama

mercoledì 13 novembre 2024

Il Vento è un impostore

  • Titolo: Il Vento è un impostore
  • Titolo originale: Your presence is mandatory
  • Traduttrice: Roberta Scarabelli
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788811008309
  • Casa editrice: Garzanti
Trama


Si può costruire un'intera vita su una bugia? Yefim lo ha fatto. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici. Dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Yefim si domanda cosa farebbero i suoi famigliari se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto celato in una valigia che ora, all'insaputa di tutti, Yefim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve conoscere la storia del giovane, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un'uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve sapere del filo spinato, della fame, del freddo. Soprattutto, nessuno deve sapere del giorno in cui ha dovuto compiere una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Quel giorno terribile in cui ha iniziato la sua esistenza controvento, rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un'altra bugia, pur di tornare a casa. Ma, adesso, è proprio in casa sua che questi segreti stanno per essere riportati alla luce. Yefim avverte nell'aria lo stesso odore di tempesta dei cieli solcati dagli aerei. Ma la storia non può essere cancellata dalle fiamme. Perché quei periodi bui devono essere raccontati, anche quando è difficile. Soltanto così i sommersi non saranno solo polvere portata dal vento. Un romanzo ispirato a una storia vera, che interroga il lettore su cosa voglia dire essere un «salvato», come spiegava Primo Levi. Un libro che racconta un aspetto poco noto della tragedia della Seconda guerra mondiale. In quel passato, ci sono le domande e le risposte che oggi, forse più che mai, non vanno dimenticate.

Recensione e commento

Ero molto curiosa di leggere Il Vento è un impostore, perché spesso i romanzi storici ambientati durante la seconda Guerra mondiale rischiano di incorrere in alcuni cliché che personalmente trovo fastidiosi, ad esempio il fatto che tutto vada sempre a finire bene per il protagonista perseguitato nonostante tutte le vicissitudini.

Sotto questo aspetto, Il vento è un impostore mi ha stupita proprio perché differisce a partire dalla struttura. Il romanzo si svilita su tre piani temporali diversi, uno ci racconta il periodo della guerra, uno ci racconta gli anni successivi e il terzo invece è ai giorni nostri, o quasi. Gli anni della guerra sono esattamente come ve li potete immaginare, fame, morte, tradimenti da persone vicine, sporcizia e vessazioni fisiche e psicologiche. La parte che personalmente ho trovato più interessante è stata quella del dopoguerra perché ci mostra un lato della Storia dei vincitori che non viene raccontato spesso, infatti, nonostante la guerra sia ormai finita e tutti i popoli stiano cercando di tornare alla normalità, ci sono comunque dei problemi per il protagonista, non più perché ebreo, ma perché ex prigioniero. Durante il regime di Stalin, infatti, farsi catturare era considerato un crimine e scappare da un campo di prigionia o di concentramento non garantiva la libertà una volta tornati in patria, poiché era un crimine punibile con la prigione. È per questo motivo che Efim non può permettersi di aprirsi nemmeno con la sua famiglia, indossa una maschera anche con sua moglie e i suoi figli, persino una volta che Stalin non c’è più, o rischia l’ostracismo sociale. Oltre al danno la beffa.

L’elemento che ho apprezzato maggiormente è stato il protagonista veramente, ma veramente, antipatico. Per quanto le parti che lo raccontano durante la guerra, nel suo cercare di fuggire, nel non arrendersi al nemico, siano quelle più empatizzabili, ma tutto sommato simili a quelle di altri libri, il quadro che ne emerge nel dopoguerra è quello di un uomo peggiore di quanto gli atti compiuti durante il conflitto farebbero sembrare. È manipolatorio nei confronti della moglie, che seduce e sposa solo perché rimane incinta, dopo averla fatta sentire speciale. Entrambi sono infelici e schiavi della loro mancanza di comunicazione. Lui si lamenta del fatto che sua moglie non possa comprenderlo ma al tempo stesso non si confida mai con lei, non le dice cosa è veramente successo perché non si fida di lei al punto da consegnarle il segreto della sua libertà.

La parte ambientata nel presente racconta tutto il dolore di una famiglia sche scopre di non aver mai davvero conosciuto una delle loro persone più care e questa parte è autobiografica: l’autrice inserisce un aneddoto reale della sua vita, ovvero quello in cui, alla morte del nonno, viene ritrovata una lettera indirizzata al KGB dove racconta di essere stato prigioniero in guerra. L’abilità della scrittrice credo sia consistita proprio nel mettere qualcosa di personale senza buttarla sul patetico e anzi, spesso mostrandoci il lato peggiore del protagonista, cosa nient’affatto scontata, il tutto mentre cu racconta tante vite intrecciando punti di vista e tematiche.

Se cercate un romanzo storico un po’ fuori dai canoni, sicuramente Il Vento è un impostore è un libro da tenere in considerazione, poiché la sua struttura e la psicologia dei suoi personaggi differiscono dalla media dei romanzi storici sulla Seconda guerra mondiale.

mercoledì 6 novembre 2024

One Dark Window

  • Titolo: One Dark Widow
  • Titolo originale: One Dark Window
  • Autrice: Rachel Gilling 
  • Traduttrice: Lucia Feoli
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788809979482
  • Casa editrice: Giunti
Trama


La città di Blunder è circondata da una nebbia che rende folle e infetto chiunque vi entri in contatto. Elspeth conosce bene quella magia, perché scorre nelle sue vene in quanto infetta. Ma la deve tenere nascosta, perché la magia è bandita, pena la morte. Nessuno deve sapere che è costretta a convivere con l'Incubo, un mostro, uno spirito antico intrappolato nella sua mente, che le parla e la protegge. Tutto cambia quando incontra un bandito nella foresta, un uomo affascinante e misterioso, ma che è anche a capo degli uomini più pericolosi della città. Elspeth viene così trascinata in un mondo di ombre e inganni, in cui il confine tra la ragazza e il mostro diventa sempre più labile...
Recensione e commento

Sono un po’ combattuta mentre scrivo questa recensione, perché One Dark Window alterna elementi di pregio assoluto e altri di fattura un po’ più grezza. In questa recensione cercherò di mettere tutto per iscritto in modo schematico, sperando che possa aiutarvi a capire se possa fare al caso vostro.

Partendo dalle cose positive, prima fra tutte mi viene in mente l’ambientazione, perché ci troviamo un un mondo fantastico di stampo vittoriano, con castelli immersi nei boschi, abiti sontuosi, feste in maschera e una nebbia costante a celare il tutto. L’ambiente descritto è immersivo e bastano veramente poche pennellate per trasportarci nell’atmosfera malinconica e opprimente di un mondo in lento disfacimento a causa di un morbo. Anche il sistema magico è ben delineato e abbastanza complesso da non risultare banale, per quanto di tanto in tanto ci sia qualche scivolone, infatti non solo abbiamo un mazzo di carte magiche da riunire per spezzare una maledizione, ciascuna delle quali conferisce un potere specifico, ma abbiamo anche un morbo che conferisce poteri imprevedibili a chi lo contrae. 

Secondo me, è qui che l’asino ha cominciato un po’ a cascare, perché per quanto la cornice della storia fosse interessante, non sono rimasta del tutto convinta dalla trama in sé, che non presenta grosse sorprese e anzi, concentrandosi moltissimo sulla parte romance ha moltissime dinamiche già fin troppo collaudate. Il sistema magico e il worldbuilding avrebbero consentito di creare qualcosa di molto più dirompente. Chiariamoci, non voglio essere troppo severa con questo libro, perché oggettivamente è un libro di qualità superiore rispetto a moltissimi romanzi che si vedono in giro, ma al tempo stesso ho un po’ di rammarico perché poteva essere fatto ancora meglio di così: se la prima parte del libro fosse stata meno confusionaria, meno ripetitiva e se i personaggi fossero stati meno macchiette (lei bella bellissima ma con gli specchi di legno, estremamente timida e che “non è come le altre ragazze”, lui meno bel tenebroso dal cuore tenero ma adornato di spine) probabilmente mi sarebbe entrato nell’anima, eppure non è successo perché personalmente ho trovato che mancasse quella cesellatura e quella cura dei dettagli che lo avrebbero reso perfetto. Mi ha fatto un po’ storcere il naso la rappresentazione femminile che apparentemente non ha nulla che non vada, ma c’è sempre un sottofondo di superiorità nei confronti delle altre donne che possono essere o matrigne, o sorellastre (nel senso comune del termine), oppure diventano cattive all’aumentare della loro bellezza. Le altre donne nella storia possono essere figure positive solo quando fanno le guerriere o quando sono figure materne in senso classicamente inteso.

Inoltre, se da un lato lo stile, che di per sé non presenta nulla di imbarazzante e che si adatta benissimo alla storia oscura che racconta, allo stesso tempo è arricchito da similitudini che vorrebbero essere evocative ma non vogliono dire nulla. Per esempio, quando sono incappata in una frase, a cui ho dedicato addirittura un video su TikTok, mi si è completamente rotta la sospensione dell’incredulità: cosa significa, di preciso “avere gli occhi del colore delle pietre nei fiumi”? Sono neri? Sono grigi? Sono verdi perché ci sono le alghe? Di che colore sono? Oppure ancora ci sono troppe situazioni in cui il mondo primario si intrufola dalla finestra in quello secondario, come quando la voce narrante, che corrisponde a quella della protagonista che ci racconta tutto in prima persona, paragona dei colori molto vividi a quelli delle vetrate delle cattedrali. In un mondo dove non esiste il cristianesimo. In aggiunta, ho trovato stridenti molte situazioni dal punto di vista della verosimiglianza, perché se ci troviamo in un mondo fatavittoriano dove i rapporti tra uomini e donne sono rigidamente normati al punto che la protagonista e il coprotagonista devono fingere di essere fidanzati per poter avere un qualche tipo di contatto sociale, ho trovato strano che stessero da soli il 90% del tempo senza uno chaperon anche prima di fingere una relazione romantica. E ci sono state molte altre situazioni simili in cui mi sono chiesta perché il tutto venisse risolto in modo forzato quando esisteva una soluzione più semplice.

Come al solito, suono più disfattista di quanto avessi intenzione, ma mi interessa mettere tutto sul piatto in modo da mettere le aspettative nella giusta prospettiva: One Dark Window è un libro discreto e c’è margine di miglioramento, per cui sono fiduciosa per quanto riguarda il sequel in uscita ad aprile. Se volete calarvi in un’atmosfera autunnale, dato che nel mondo reale ancora non accenna ad arrivare, One Dark Window è una buona alternativa, tenendo fermo il fatto che sarà proprio l’atmosfera, non la trama, la parte più interessante.

Apprendista cercasi

Titolo: Apprendista cercasi Titolo originale: Apprentice to the villain Autrice: Hannah Nicole Maehrer Traduttrici: Cecilia Pirovano & ...