mercoledì 15 gennaio 2025

L’ultima Ora tra i Mondi

  • Titolo: L’ultima Ora tra i Mondi
  • Titolo originale: The last Hour between Worlds
  • Autrice: Melissa Caruso
  • Traduttrice: Veronica La Peccarella
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9791259676290
  • Casa editrice: Fazi
Trama 


In questo gioco nulla è come sembra e neppure la morte è la fine di tutto. Il tempo scorre inesorabile.
Chi farà la prossima mossa?
È la vigilia del nuovo anno e, dopo settimane passate in casa con la figlia appena nata, Kembral Thorne, membro in congedo della gilda dei Segugi, si prende una serata libera per andare a uno sfarzoso ballo, a cui parteciperanno tutte le personalità più in vista della città di Acantis. Nonostante la stanchezza per le notti insonni, Kem tenta di godersi la festa e di ignorare la presenza di Rika, attraente spia dagli occhi grigi e penetranti e sua acerrima nemica. Quando però gli invitati iniziano a morire e i rintocchi di un antico orologio a pendolo fanno precipitare la realtà Alfa in una serie di dimensioni parallele sconosciute e pericolose, Kem sarà costretta a prendere in mano la situazione. E per salvare la città dall’imminente catastrofe e sconfiggere lo spaventoso cavaliere dagli occhi d’argento dovrà contare proprio sull’aiuto di Rika.
Con il ritmo incalzante di una spy story, in L’ultima ora tra i mondi Melissa Caruso ci trascina tra inquietanti mondi paralleli e sontuosi balli dalle atmosfere vittoriane, costruendo un meccanismo diabolico e misterioso che terrà il lettore incollato fino all’ultima pagina.

Recensione e commento


Nella scorsa recensione, quella che riguardava A Dark and Drowning Tide, avevo posto la domanda “che cosa rende tale un romanzo per adulti?”, proprio perché quel titolo non aveva delle caratteristiche particolari che lo differenziassero da un target diverso. Non si può dire la stessa cosa di L’ultima Ora tra i Mondi.

Questo romanzo, che mi è capitato tra le mani per caso, dato che mi è stato regalato, ha saputo stupirmi con una rappresentazione ben fatta (cosa nient’affatto scontata) di una delle categorie più sottorappresentate del fantasy: quella delle madri. Kembral, infatti, è da poco diventata madre, ha una bambina di due mesi ed è comprensibilmente in debito di sonno e già qui le cose si faranno interessanti, dal momento che nella narrativa fantastica sono poche le opzioni per le madri: possono essere angeli del focolare, assenti, matrigne, molto più spesso muoiono di parto con il solo scopo narrativo di portare alla luce chi salverà il mondo, oppure in ultima istanza la maternità determina la fine delle avventure. Per Kembral, invece, non sarà così, perché per quanto il suo intento sia quello di passare una serata rilassante a una festa senza sua figlia, sarà proprio questo il teatro della vicenda. Kem non si sente a suo agio nel suo nuovo corpo, cambiato dalla gravidanza, e nonostante abbia deciso di uscire senza la sua neonata, il pensiero va sempre a lei: ogni decisione che prende è finalizzata a tenerla al sicuro e assicurarle la presenza di sua madre, quando le circostanze la porteranno a combattere per la sua vita, completando perfettamente l’arco di formazione dell’eroina.

È questo che intendo dire quando affermo che L’ultima Ora tra i Mondi è un romanzo adulto: non per la sola età della protagonista e nemmeno, come viene spesso frainteso questo target, con la presenza di sesso e violenza espliciti, anche perché in questo libro non ce ne sono. No, L’ultima Ora tra i Mondi è un romanzo adulto perché Kembral parla, agisce e si comporta come un’adulta, e lo sarebbe anche se la figlioletta appena nata non esistesse proprio. I suoi problemi e il modo di affrontarli sono da persona adulta che non ha tempo per i drammi inutili, deve pensare a un’altra creatura, è divisa tra maternità e carriera, che sembrano inconciliabili, e deve al più presto risolvere una situazione che mette in pericolo la vita di molte persone, senza che in questa circostanza si faccia guidare dagli ormoni per il bel tenebroso di turno, che in questo caso non c’è affatto.

E in effetti, per una volta, ho apprezzato anche la sottotrama romantica perché anche qui mi è sembrato tutto fatto bene, la dose di dramma era adeguata al contesto e anche quella viene gestita contenendo i toni e senza degenerare, nonostante Kembral e il suo interesse amoroso, la sfuggente Rika, siano letteralmente cane e gatto.

L’originalità della storia non si ferma qui, anche il worldbuilding e il sistema magico sono dei grandi punti di forza. All’inizio ho pensato in maniera prevenuta che fossero entrambi una scopiazzatura dell’Attraversaspecchi, ma per quanto ci siano delle somiglianze, in realtà le strade intraprese nelle due storie sono completamente diverse. Melissa Caruso riesce nell’intento di creare un sistema magico così dettagliato da fare apparire le vicende estremamente logiche e sensate, anche se per arrivare a questo risultato l’inizio del libro è stato un pochino macchinoso perché alcune informazioni andavano per forza date tutte assieme. Passato quel momento, il libro scorre via senza intoppi, anche quando non era semplice. Una delle possibili difficoltà consisteva proprio nel worldbuilding, dal momento che tutta la trama, o quasi, si sviluppa all’interno della stessa stanza, sono pochissime le situazioni in cui le protagoniste escono da essa o addirittura dall’edificio. Questo espediente avrebbe potuto risultare claustrofobico, ma poiché la trama consiste nel degenerare via via sempre più in profondità di questi echi che sono livelli diversi e mutevoli della realtà, allora la stanza, la casa, la città cambiano e chi le abita assieme a loro.

Anche l’uso della violenza, che è presente, serve a risolvere un conflitto momentaneo ma non quello trainante, dato che per problemi complessi servono soluzioni complesse. In numerose situazioni, infatti, Kembral dice nel suo flusso di coscienza di avere voglia di sfoderare la spada, ma di essere consapevole che questo non risolverebbe le cose.

Sono felicissima che L’ultima Ora tra i Mondi sia stata la mia prima lettura conclusa nel 2025, senza nemmeno farlo di proposito ho cominciato con un romanzo ambientato proprio a capodanno. L’arco di formazione dell’eroina, la sua costruzione solida e il fatto che sia una storia tanto ponderata e senza buchi me lo hanno reso molto caro.

mercoledì 8 gennaio 2025

A Dark and Drowning Tide

  • Titolo: A Dark and Drowning Tide - Un’oscura marea
  • Titolo originale: A Dark and Drowning Tide
  • Autrice: Allison Saft
  • Traduttrice: Federica Beltrame
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788809920095
  • Casa editrice: Giunti
Trama


Quando Lorelei Kaskel, giovane esperta di folklore, viene coinvolta in una spedizione per conto di re Wilhelm, pensa che sia l'occasione perfetta per riscattare le sue umili origini di figlia di un ciabattino: potrà finalmente mostrare il suo talento, incoronare il sogno di diventare una naturalista e liberare il popolo degli yevi, da sempre oppresso e discriminato. La missione prevede di trovare l'Ursprung – la sorgente di tutta la magia – al fianco di sei nobili accademici, cresciuti insieme ma divisi da antiche rivalità. A capo del gruppo l'abile professoressa Ziegler, che Lorelei aiuterà nel ruolo di guida. La ricerca, però, prende d'improvviso una piega inattesa: Ziegler viene brutalmente uccisa, e tutti diventano possibili sospettati. Il re interviene per chiedere a Lorelei di scoprire il colpevole, ma anche di portare a termine l'obiettivo. Accanto a un'indagine serrata, comincia così un viaggio avvincente tra creature maligne e foreste mutaforma, tra acque dai segreti insondabili e affascinanti volte stellate. A complicare le cose c'è Sylvia von Wolff, la principessa dai capelli lunari e gli occhi d'argento, acerrima rivale di Lorelei da tempo immemore. Nessuno meglio di lei conosce e sa addomesticare gli esseri che popolano quei luoghi fumosi e, soprattutto, è proprio Sylvia l'unica in grado di testimoniare l'innocenza di Lorelei agli occhi degli altri. Le due nemiche si trovano così unite per risolvere il mistero e scovare la preziosa fonte che dovrebbe garantire la salvezza del regno intero. Ma la tensione fra loro diventerà presto febbrile: e se dietro l'ostilità si nascondesse solo l'eterna paura di amare? Tra folklore e atmosfere gotiche, degne di un magistrale dark academia, un delicato sapphic romance capace di emozionare come la migliore delle fiabe.

Recensione e commento

Cosa fa di un adult un adult? Mi sono posta questa domanda sia mentre leggevo il libro di cui vi parlo oggi, sia quando ho iniziato la mia lettura successiva, di cui vi parlerò presto.

Ho parlato di A Dark and Drowning Tide nelle mie storie su Instagram varie volte e per ciascuna di esse ho sempre ricevuto dei messaggi in privato da parte di persone che mi dicevano di non essere state in grado di portare a termine la lettura. Da persona che invece ce l’ha fatta, credo di aver trovato delle spiegazioni e hanno tutte a che fare con la sospensione dell’incredulità che traballa troppo, per una serie abbastanza vasta di motivi.

Il primo che mi viene in mente, per esempio, è che è tutto estremamente blando, sbiadito. Saft nella sua scrittura cerca di essere sintetica, ma purtroppo quella è una dote che appartiene a penne più esperte e profonde, per cui la mancanza di dettagli si traduce non in una scultura creata con pochi colpi di scalpello, quanto in un bassorilievo abbozzato che ci racconta di personaggi, ambientazione e sistema magico che non sono né macchiettistici, né caratterizzati. Ed è proprio questo fenomeno, secondo me, che si traduce in una serie di conseguenze a cascata: a noi che leggiamo non interessa praticamente nulla di quello che ci viene raccontato, non ci affezioniamo a nessuna delle figure in scena e non ci coinvolge emotivamente neanche in minima parte il loro viaggio pieno di peripezie. In questo romanzo che parla di acqua che scorre e del suo potere trasfigurativo manca completamente l’immersione. Non c’è un motivo che ci porti a fare il tifo per le protagoniste e per la loro causa, nonostante la situazione politica complessa e precaria del regno in cui vivono non abbiamo abbastanza ragioni per credere nella loro causa, che è quella dell’unificazione, preferendola a quella dell’indipendenza di ciascuna provincia. Anche l’antagonista non ha abbastanza carisma da catturare l’attenzione, perché anche in questo caso la pecca maggiore è proprio quella della mancanza di immersione. 

Sin dall’inizio è evidente il tentativo di creare una tensione che non solo non esplode, ma nemmeno comincia mai davvero, dato che le due protagoniste sono apparentemente rivali ma finiscono con l’ottenere immediatamente ciò che vogliono, l’antagonista si capisce in maniera quasi immediata e ci sono troppe occasioni narrative sprecate. Abbiamo una persona che si sta trasformando in un albero e la cosa viene risolta a tarallucci e vino, così come la ricerca di un’isola che si sposta e appare sempre in luoghi diversi e imprevedibili non esiste perché, per motivi che non ci vengono raccontati, la protagonista sa già dove apparirà, senza darci alcuna spiegazione su come abbia avuto certe informazioni, rendendo tutto macchinoso e inverosimile. Inoltre, alcune volte i comprimari hanno alcune caratteristiche che spiccano rispetto a Sylvia e Lorelei. La storia è narrata proprio attraverso il punto di vista di quest’ultima ma spesso è maggiormente visibile la passione di altri personaggi per il proprio lavoro che di lei per il suo. Capita, infatti, che nel flusso di coscienza vengano inseriti dei frammenti di fiabe e racconti popolari che le vengono in mente in quel momento, ma ciò molto spesso distrae, non ha un’utilità e spezza la narrazione, il tutto senza che Lorelei mostri mai di amare davvero le storie e senza mai farci comprendere o intuire un qualsiasi significato, anche solo emotivo, che potrebbero avere per lei.

La cosa più apprezzabile è stata proprio la storia d’amore tra le due ragazze, anche se mi ha convinta solo sul finale, perché lì ho iniziato a percepire la chimica di una coppia che a me pare male assortita. Si volva creare il classico mix di persone che riescono ad amarsi nonostante le differenze caratteriali e di classe, ma anche in questo caso mi è parso che Sylvia, la più privilegiata delle due, non fosse in grado di comprendere a pieno il disagio di Lorelei, letteralmente costretta a vivere in un ghetto in quanto ebrea (anche se non è questo il termine che viene usato, ma è costante il riferimento alle tradizioni ebraiche, ai luoghi di culto e al folklore), per cui anche nell’affrontare la loro love story manca qualcosa.

Tornando alla domanda che ho scritto all’inizio, l’autrice ringrazia il suo lettorato perché ha deciso di leggere il suo primo adult, ma cosa dovrebbe rendere tale questo romanzo? Credo che il solo elemento sia l’età delle protagoniste che sono a metà dei loro vent’anni, ma gli eventi e le dinamiche non differiscono molto da quelle dello young adult, specialmente nella presenza di drama non necessario, e in effetti credo di aver letto diversi libri con trama e dinamiche molto simili annoverati nel target ya (questo è un argomento che affronterò meglio in una delle prossime recensioni perché ho scovato un libro che per me è l’emblema di come si scrive davvero una protagonista adulta).

Come recensione può sembrare molto negativa, ma in realtà il peggior difetto di A Dark and Drowning Tide è quello di non avere una vera e propria identità né nei pregi né nei difetti, purtroppo è una lettura che passa inosservata, che si dimentica più che lasciare una sensazione di disappunto. Non è brutto in senso stretto, ma è un romanzo per il quale abbassare le proprie aspettative.

L’ultima Ora tra i Mondi

Titolo: L’ultima Ora tra i Mondi Titolo originale: The last Hour between Worlds Autrice: Melissa Caruso Traduttrice: Veronica La Peccarell...