- Titolo: L’ultima Ora tra i Mondi
- Titolo originale: The last Hour between Worlds
- Autrice: Melissa Caruso
- Traduttrice: Veronica La Peccarella
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9791259676290
- Casa editrice: Fazi
Trama
In questo gioco nulla è come sembra e neppure la morte è la fine di tutto. Il tempo scorre inesorabile.
Chi farà la prossima mossa?
È la vigilia del nuovo anno e, dopo settimane passate in casa con la figlia appena nata, Kembral Thorne, membro in congedo della gilda dei Segugi, si prende una serata libera per andare a uno sfarzoso ballo, a cui parteciperanno tutte le personalità più in vista della città di Acantis. Nonostante la stanchezza per le notti insonni, Kem tenta di godersi la festa e di ignorare la presenza di Rika, attraente spia dagli occhi grigi e penetranti e sua acerrima nemica. Quando però gli invitati iniziano a morire e i rintocchi di un antico orologio a pendolo fanno precipitare la realtà Alfa in una serie di dimensioni parallele sconosciute e pericolose, Kem sarà costretta a prendere in mano la situazione. E per salvare la città dall’imminente catastrofe e sconfiggere lo spaventoso cavaliere dagli occhi d’argento dovrà contare proprio sull’aiuto di Rika.
Con il ritmo incalzante di una spy story, in L’ultima ora tra i mondi Melissa Caruso ci trascina tra inquietanti mondi paralleli e sontuosi balli dalle atmosfere vittoriane, costruendo un meccanismo diabolico e misterioso che terrà il lettore incollato fino all’ultima pagina.
Recensione e commento
Nella scorsa recensione, quella che riguardava
A Dark and Drowning Tide, avevo posto la domanda “che cosa rende tale un romanzo per adulti?”, proprio perché quel titolo non aveva delle caratteristiche particolari che lo differenziassero da un target diverso. Non si può dire la stessa cosa di
L’ultima Ora tra i Mondi.Questo romanzo, che mi è capitato tra le mani per caso, dato che mi è stato regalato, ha saputo stupirmi con una rappresentazione ben fatta (cosa nient’affatto scontata) di una delle categorie più sottorappresentate del fantasy: quella delle madri. Kembral, infatti, è da poco diventata madre, ha una bambina di due mesi ed è comprensibilmente in debito di sonno e già qui le cose si faranno interessanti, dal momento che nella narrativa fantastica sono poche le opzioni per le madri: possono essere angeli del focolare, assenti, matrigne, molto più spesso muoiono di parto con il solo scopo narrativo di portare alla luce chi salverà il mondo, oppure in ultima istanza la maternità determina la fine delle avventure. Per Kembral, invece, non sarà così, perché per quanto il suo intento sia quello di passare una serata rilassante a una festa senza sua figlia, sarà proprio questo il teatro della vicenda. Kem non si sente a suo agio nel suo nuovo corpo, cambiato dalla gravidanza, e nonostante abbia deciso di uscire senza la sua neonata, il pensiero va sempre a lei: ogni decisione che prende è finalizzata a tenerla al sicuro e assicurarle la presenza di sua madre, quando le circostanze la porteranno a combattere per la sua vita, completando perfettamente l’arco di formazione dell’eroina.
È questo che intendo dire quando affermo che L’ultima Ora tra i Mondi è un romanzo adulto: non per la sola età della protagonista e nemmeno, come viene spesso frainteso questo target, con la presenza di sesso e violenza espliciti, anche perché in questo libro non ce ne sono. No, L’ultima Ora tra i Mondi è un romanzo adulto perché Kembral parla, agisce e si comporta come un’adulta, e lo sarebbe anche se la figlioletta appena nata non esistesse proprio. I suoi problemi e il modo di affrontarli sono da persona adulta che non ha tempo per i drammi inutili, deve pensare a un’altra creatura, è divisa tra maternità e carriera, che sembrano inconciliabili, e deve al più presto risolvere una situazione che mette in pericolo la vita di molte persone, senza che in questa circostanza si faccia guidare dagli ormoni per il bel tenebroso di turno, che in questo caso non c’è affatto.
E in effetti, per una volta, ho apprezzato anche la sottotrama romantica perché anche qui mi è sembrato tutto fatto bene, la dose di dramma era adeguata al contesto e anche quella viene gestita contenendo i toni e senza degenerare, nonostante Kembral e il suo interesse amoroso, la sfuggente Rika, siano letteralmente cane e gatto.
L’originalità della storia non si ferma qui, anche il worldbuilding e il sistema magico sono dei grandi punti di forza. All’inizio ho pensato in maniera prevenuta che fossero entrambi una scopiazzatura dell’Attraversaspecchi, ma per quanto ci siano delle somiglianze, in realtà le strade intraprese nelle due storie sono completamente diverse. Melissa Caruso riesce nell’intento di creare un sistema magico così dettagliato da fare apparire le vicende estremamente logiche e sensate, anche se per arrivare a questo risultato l’inizio del libro è stato un pochino macchinoso perché alcune informazioni andavano per forza date tutte assieme. Passato quel momento, il libro scorre via senza intoppi, anche quando non era semplice. Una delle possibili difficoltà consisteva proprio nel worldbuilding, dal momento che tutta la trama, o quasi, si sviluppa all’interno della stessa stanza, sono pochissime le situazioni in cui le protagoniste escono da essa o addirittura dall’edificio. Questo espediente avrebbe potuto risultare claustrofobico, ma poiché la trama consiste nel degenerare via via sempre più in profondità di questi echi che sono livelli diversi e mutevoli della realtà, allora la stanza, la casa, la città cambiano e chi le abita assieme a loro.
Anche l’uso della violenza, che è presente, serve a risolvere un conflitto momentaneo ma non quello trainante, dato che per problemi complessi servono soluzioni complesse. In numerose situazioni, infatti, Kembral dice nel suo flusso di coscienza di avere voglia di sfoderare la spada, ma di essere consapevole che questo non risolverebbe le cose.
Sono felicissima che L’ultima Ora tra i Mondi sia stata la mia prima lettura conclusa nel 2025, senza nemmeno farlo di proposito ho cominciato con un romanzo ambientato proprio a capodanno. L’arco di formazione dell’eroina, la sua costruzione solida e il fatto che sia una storia tanto ponderata e senza buchi me lo hanno reso molto caro.