Bentornati sul blog, gentili lettori. L'articolo di oggi riguarda un libro letto per un review party organizzato da Federica e Michela, che ringrazion tantissimo, assieme alla casa editrice per averci fornito il file digitale in anteprima.
- Titolo: La Stirpe della gru
- Titolo originale:Descendant of the Crane
- Autrice: Joan He
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8804728801
- Pagine: 456
- Editore: Mondadori
Trama
La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle
responsabilità della corona, per vivere nell'anonimato. Ma quando il suo
amato padre muore, viene gettata nell'arena dei giochi di potere e
diventa all'improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile.
Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che
l'omicida sia qualcuno che le è molto vicino. La corte è piena di
ipocriti e delatori che non vedono l'ora di approfittare della morte del
monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe
essere l'assassino. I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse
il regno confinante di Kendi'a, il cui governante ha già radunato le
truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e
con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina
compie un gesto disperato: si rivolge a un'indovina, il Giaggiolo
argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia
nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge. Seguendo le parole
della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato
dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un
segreto. Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad
avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?
Recensione e commento
La Stirpe della Gru è un romanzo silkpunk che, come ogni opera, presenta pregi e difetti. Tra i pregi si annoverano sicuramente i temi trattati, l'ambientazione e lo stile di scrittura, infatti questo libro scorre via abbastanza velocemente e senza intoppi, anche grazie alla mancanza di una trama priva di particolari scossoni (sta a voi decidere se questo sia un pregio o un difetto) e un antagonista nascosto che in realtà si intuisce sin dalle prime pagine. L'ambientazione orientale è molto ben evocata dallo stile asciutto dell'autrice che non si dilunga mai eccessivamente in digressioni, ma questo punto di forza sfortunatamente diventa un difetto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi che, proprio a causa del mancato approfondimento, risultano un po' abbozzati e a tratti macchiettistici e risultano impegnati in rapporti interpersonali un po' stereotipati: c'è la protagonista, i suoi amici fidati, il bel tenebroso dal passato sconosciuto, un fratello premuroso e un misterioso cattivo da trovare.
Va però detto che le avventure dei protagonisti possono offrire uno spunto di riflessione per quanto riguarda la verità, la sua manipolazione, anche a fin di bene, e il ruolo che un buon sovrano debba avere. Ci si domanda se sia giusto indossare una maschera per dare al proprio popolo quello di cui ha bisogno, ma soprattutto se sia corretto mentire per arrivare a una verità più grande e ottenere giustizia. In particolare, queste tematiche vengono toccate dalla protagonista durante il rapporto con suo padre e si domanda quanto i principi di quell'uomo siano validi anche se lui non è stato in gradi di seguirli. Come nel caso dei personaggi, nemmeno qui l'approfondimento è dettagliato, ma forse il romanzo sarà in grado di suscitare abbastanza curiosità nei giovani lettori da convincerli ad affrontare letture come Pirandello, Machiavelli o l'intramontabile Orwell. Il fatto che si tratti di un romanzo per giovani adulti non significa che certe tematiche vadano banalizzate, i ragazzi sono giovani, non stupidi, e sono in grado di capire quando qualcosa viene adeguatamente spiegato, quindi probabilmente la semplificazione è stata eccessiva sotto questi aspetti. Un argomento che invece è stato trattato meglio è quello della Storia scritta dai vincitori, ma di come nella realtà, durante le guerre, gli errori e le atrocità vengano sempre commessi da entrambi i fronti: la violenza genera violenza e il capro espiatorio diventa carnefice in un circolo vizioso che solo la ragione e la comprensione verso il prossimo possono spezzare.
Nel complesso, non è una lettura faticosa, ma resta un po' di rammarico per un romanzo che avrebbe avuto le potenzialità per essere memorabile.
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Va però detto che le avventure dei protagonisti possono offrire uno spunto di riflessione per quanto riguarda la verità, la sua manipolazione, anche a fin di bene, e il ruolo che un buon sovrano debba avere. Ci si domanda se sia giusto indossare una maschera per dare al proprio popolo quello di cui ha bisogno, ma soprattutto se sia corretto mentire per arrivare a una verità più grande e ottenere giustizia. In particolare, queste tematiche vengono toccate dalla protagonista durante il rapporto con suo padre e si domanda quanto i principi di quell'uomo siano validi anche se lui non è stato in gradi di seguirli. Come nel caso dei personaggi, nemmeno qui l'approfondimento è dettagliato, ma forse il romanzo sarà in grado di suscitare abbastanza curiosità nei giovani lettori da convincerli ad affrontare letture come Pirandello, Machiavelli o l'intramontabile Orwell. Il fatto che si tratti di un romanzo per giovani adulti non significa che certe tematiche vadano banalizzate, i ragazzi sono giovani, non stupidi, e sono in grado di capire quando qualcosa viene adeguatamente spiegato, quindi probabilmente la semplificazione è stata eccessiva sotto questi aspetti. Un argomento che invece è stato trattato meglio è quello della Storia scritta dai vincitori, ma di come nella realtà, durante le guerre, gli errori e le atrocità vengano sempre commessi da entrambi i fronti: la violenza genera violenza e il capro espiatorio diventa carnefice in un circolo vizioso che solo la ragione e la comprensione verso il prossimo possono spezzare.
Nel complesso, non è una lettura faticosa, ma resta un po' di rammarico per un romanzo che avrebbe avuto le potenzialità per essere memorabile.