- Titolo: Il Posto Magico
- Titolo originale: The Magic Place
- Autore: Chris Wormell
- Illustratore: Chris Wormell
- Traduttrice: Eleonora Dorenti
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788817141536
- Editore: Rizzoli
Provate a immaginare una Grande Città Nera, avvolta da una coltre di
fumo e fuliggine, dove i tetti si susseguono all’infinito. Laggiù, in
una casetta lunga e stretta, vivono Clementine e i suoi perfidi zii.
Confinata nell’umida cantina che le fa da cameretta, Clementine è felice
solo quando sogna un posto lontano, molto lontano, dove al posto dei
tetti ci sono colline, al posto delle strade ruscelli. Clementine è
convinta che esista davvero, quel suo Posto Magico, e che prima o poi
riuscirà a raggiungerlo. Così un giorno, con l’aiuto del suo migliore
amico – un gatto molto intelligente di nome Gilbert – decide di scappare
per sempre dalla città e di arrivare finalmente lì dove ha sempre
sognato di stare. Un’avventura che commuove come un classico e fa ridere
come le storie di Roald Dahl, scritta e illustrata dall’artista Chris
Wormell.
Recensione e commento
Il Posto Magico è un libro dolce e onirico che ha molto in comune con La Straordinaria invenzione di Hugo Cabret , con film come Adeline o Il Meraviglioso Mondo di Amélie, specialmente in termini di ambientazione, ma non solo: l'atmosfera magica ricorda molto quella delle fiabe e del film Il Mago di Oz. Clementine, infatti, è un po' una Judy Garland dei giorni nostri, poiché anche lei sogna un posto al di là dell'arcobaleno, dove esistano i colori e non solo il grigiore della città che si riflette nella sua vita. Anche qui, come in Hugo Cabret, la narrazione ha un taglio cinematografico, il narratore, infatti, è quasi una regia che include le illustrazioni nella narrazione: il libro si apre con una scena vista dall'alto, dove la voce narrante dice a chi legge dove guardare per verdere la scena che ci interessa. Questa rottura della quarta parete, con il narratore che si rivolge spesso e volentieri al lettore e che usa i disegni all'interno della storia, si protrarrà per tutto il libro e avrà un peso. Anche il fatto che le illustrazioni siano in bianco e nero apparentemete può sembrare una semplice questione di costi, ma in realtà i colori esisteranno solo nel disegno finale, dopo lo scioglimento e con l'arrivo del lieto fine (come in The Giver non ci eravamo accorti di vedere solo grigio).
Il Posto Magico è un libro dolce e onirico che ha molto in comune con La Straordinaria invenzione di Hugo Cabret , con film come Adeline o Il Meraviglioso Mondo di Amélie, specialmente in termini di ambientazione, ma non solo: l'atmosfera magica ricorda molto quella delle fiabe e del film Il Mago di Oz. Clementine, infatti, è un po' una Judy Garland dei giorni nostri, poiché anche lei sogna un posto al di là dell'arcobaleno, dove esistano i colori e non solo il grigiore della città che si riflette nella sua vita. Anche qui, come in Hugo Cabret, la narrazione ha un taglio cinematografico, il narratore, infatti, è quasi una regia che include le illustrazioni nella narrazione: il libro si apre con una scena vista dall'alto, dove la voce narrante dice a chi legge dove guardare per verdere la scena che ci interessa. Questa rottura della quarta parete, con il narratore che si rivolge spesso e volentieri al lettore e che usa i disegni all'interno della storia, si protrarrà per tutto il libro e avrà un peso. Anche il fatto che le illustrazioni siano in bianco e nero apparentemete può sembrare una semplice questione di costi, ma in realtà i colori esisteranno solo nel disegno finale, dopo lo scioglimento e con l'arrivo del lieto fine (come in The Giver non ci eravamo accorti di vedere solo grigio).
Come già detto, nonostante questo libro presenti diversi punti in comune con altre storie, ha anche degli aspetti innovativi, per esempio, nonostante Constantine sia un po' una Cenerentola, costretta in casa a lavare tutto il giorno, non è mai un'eroina che aspetta che sia la fortuna ad andare da lei, anzi, ha dei momenti di rabbia e si prodiga per fuggire dalla situazione in cui si trova, rompendo lo stereotipo del buono che porge l'altra guancia.
Sebbene il racconto sia molto triste, a renderlo dolceamaro sarà il modo di narrare gli eventi, che, proprio quando sta per succedere qualcosa di tragico, quasi splatter, ci sarà un provvidenziale cumulo di letame di cavallo ad attutire una caduta da un tetto o una porta a fermare un'ascia a un centimetro da un viso.
Leggere Il Posto Magico è un po' come vedere un film ed è un inno a non perdere la speranza a prescindere da tutti gli eventi atroci che la vita può mandare per piegarci. È un libro dolce e onirico che entra subito nel cuore.
Viste le premesse mi attira tantissimo, Rizzoli sta facendo tantissime uscite belle e particolari 😍
RispondiEliminaRizzoli non sta sbagliando un colpo
EliminaIl mago di Oz è una storia che ha accompagnato anche la mia infanzia. Co mquesto riferimento, mi hai convinto 😍
RispondiEliminaAnche per me il Mago di Oz è stato importantissimo, una storia che mi ha proprio lasciato il segno
EliminaSe ha molto in comune con Cabret e Amelie fa per me, perché sono posti in cui c’è bellezza e tenerezza soprattutto e nella realtà mancano troppo spesso
RispondiEliminaL'ambientazione è proprio in quello stile ed è la cosa che mi ha conquistata
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