- Titolo: The Thirteenth Child - La Tredicesima Figlia
- Titolo originale: The Thirteenth Child
- Autrice: Erin Craig
- Traduttrice: Sara Brescian
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788834746523
- Casa editrice: Fanucci
Trama
Hazel Trépas ha sempre saputo di essere diversa dai suoi fratelli. Tredicesima figlia, fin dall’infanzia è stata promessa a uno degli dèi della Martissienes: Merrick, la Temutissima Fine. Quando, dopo anni di silenzio, Merrick finalmente si presenta alla porta della fattoria di famiglia, il destino di Hazel si compie. Il dio le comunica che diventerà una grande guaritrice, dalle abilità straordinarie. Per aiutarla, Merrick le concede in dono la capacità di dedurre all’istante la cura necessaria per ogni malato. Ma c’è un problema. Oltre a un potere fuori dal comune, Hazel riceve anche una condanna: riesce a vedere quando ogni speranza è svanita e la Morte ha reclamato uno dei suoi pazienti. Perseguitata dai fantasmi di chi ha dovuto lasciare andare, Hazel non desidera altro che fuggire dalle sue responsabilità. Ma il destino la conduce alla corte reale di Châtellerault, dove le viene chiesto di curare il re Marnaigne, colpito da una piaga misteriosa. È lì che conosce Leopold, lo sprezzante principe ereditario che nasconde un cuore sorprendentemente gentile. Alla corte, costretta a decidere se salvare o no un sovrano destinato a morire, Hazel affronterà la prova più difficile della sua vita. Cosa succede quando una mortale decide di sfidare la volontà della Morte?
Recensione e commento
Tra i pregi della scrittura di Erin Craig c’è sicuramente quello di non produrre mai opere autocelebrative fatte in serie: sicuramente, che piaccia o meno, questa autrice non può essere accusata di riproporre sempre la stessa formula, per non sbagliare, ogni sua opera è sempre diversa dalle precedenti e questo finirà inevitabilmente per piacere a una fetta di pubblico e scontentarne un’altra.
The Thirteenth Child - La Tredicesima Figlia è la quarta opera di Erin Craig, completamente staccata dagli universi di Piccoli Favori o di La Casa di Sale e Lacrime e si basa su una delle fiabe del focolare dei fratelli Grimm, quella di Comare morte, in cui il tredicesimo figlio di un contadino veniva adottato dalla Morte che ne fece un guaritore. Infatti, in questo romanzo cerca di sostenere la parte disturbante facendo leva sul body horror, piuttosto che sulle sensazioni di inquietudine date dall’emotività delle protagoniste, e questo funziona per la fetta di pubblico che prova ribrezzo a sentir parlare di fluidi corporei, pustole e malattie, ma lascia totalmente indifferente chiunque veda il malessere dei pazienti in modo più clinico e neutro che raccapricciante (questo dipende dalla sensibilità personale).

Il tema centrale, poi, è il rapporto con la famiglia: la famiglia d’origine della protagonista, disfunzionale e anaffettiva, che la fa crescere facendola sentire un fardello, contrapposta a Merrik, un dio della morte volubile, ma sinceramente affezionato alla protagonista Hazel, con la quale costruisce un rapporto padre-figlia non sempre idilliaco ma sicuramente autentico. Per quanto magica, l’intento di Craig è sicuramente quello di mostrarci una vita normale, con i suoi alti e bassi, le sue fasi e i suoi stalli, fatta di piccole gioie e a volte grandi dolori, ma per quanto io in genere apprezzi questo tipo di storie (mi viene in mente, per esempio, il titolo
Ortica), qui forse si è tirato un po’ per le lunghe, sfoltire un po’ di pagine avrebbe aiutato con l’immersione emotiva, che a tratti era intensa, mentre altre volte mancava, soprattutto nella prima parte, concentrata moltissimo sulla descrizione di ambientazione e paesaggi. Sicuramente, l’intento dell’autrice era di mantenere la storia indeterminata e sospesa nel tempo, proprio come nelle fiabe, ma proprio per questo forse avrebbe dovuto prendersi meno spazio e venire al dunque prima, anche se ciò le ha dato l’occasione di creare, come sempre, un’ambientazione delineata con vividezza. Il tono cambia dopo la metà del romanzo e assistiamo alla crescita di Hazel anche grazie alle crisi e alle emergenze che deve affrontare, effettuando il passaggio di crescita da ragazza a donna.

Se l’idea di base per il libro era buona, purtroppo per me la più grande nota di demerito va alla traduzione, è stato uno strazio leggere tutta la prosa al passato prossimo invece di un più classico passato remoto. Questo escamotage non ha fatto altro che allungare ulteriormente il numero di parole, rendendo il testo verboso e difficile da digerire anche per una contorta e disagevole consecutio temporum. Personalmente, ho concluso la lettura ricorrendo al testo in originale, perché la resa in italiano mi stava creando troppi problemi di concentrazione, dato che mi veniva da correggere ogni frase mentre la leggevo.
The Thirteenth Child - La Tredicesima Figlia è un romanzo peculiare come tutti gli altri usciti dalla penna di Erin Craig. Il suo sforzo nel non ripetersi mai è ammirevole e questo sarà per alcune un pregio e per altre un difetto. Non posso che consigliare di provare per farsi la propria idea.
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