martedì 19 novembre 2024

Apprendista cercasi

  • Titolo: Apprendista cercasi
  • Titolo originale: Apprentice to the villain
  • Autrice: Hannah Nicole Maehrer
  • Traduttrici: Cecilia Pirovano & Elisa Villa
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788820079024
  • Casa editrice: Sperling&Kupfer
Trama 

Evie Sage non è mai stata più felice di essere l'assistente del Cattivo. Chi avrebbe mai pensato che lavorare per il signore supremo del male, scandalosamente bello, sarebbe stato così gratificante? Tuttavia, il compito di essere cattivo è impegnativo, le forze del bene sono fastidiosamente tenaci e il malvagio capo è in qualche modo... ehm, lontano dal ruolo di malvagio. Ma non è tutto: qualcosa di strano sta accadendo alla magia nel regno di Rennedawn. Le barriere attorno al castello si stanno indebolendo, lasciando tutti gli abitanti sempre più esposti ai nemici... compreso il loro numero uno, il re. Ora è il momento per Evie di affrontare la sfida più grande: proteggere il covo del suo capo, tutte le sue opere nefande e forse (a condizione che nessuno lo scopra) l'intero regno. È ora di uscire dalla sua zona di comfort e apprendere nuove abilità: tradire, usare il pugnale, cospirare con il nemico... E tutto è così... deliziosamente divertente. Ma cosa succede quando l'assistente del Cattivo è pronta a diventare il suo apprendista?


Recensione e commento

Uno dei sequel che aspettavo con più trepidazione quest’anno è Apprendista cercasi e userò questa recensione per razionalizzare moltissime cose che devo mettere sul piatto della bilancia.

Rispetto ad Assistente cercasi ci sono molte differenze sia per struttura che per tono. Il primo libro era per gran parte un insieme delle scenette divertenti che l’autrice metteva in scena sul suo profilo TikTok e solo da un certo punto in poi c’era una trama organica. In questo secondo volume, per ovvi motivi è più presente l’intreccio, mentre la vena comica purtroppo manca quasi del tutto. Il tono resta sempre scanzonato e leggero, ma non mi è capitato di scoppiare a ridere in pubblico come invece mi succedeva durante la lettura del primo volume.

Complessivamente è un romanzo che mi è piaciuto nel suo giusto contesto, ma ha impiegato un po’ per ingranare e devo ammettere che dei difetti ci sono. Poiché è la parte romance a farla da padrona, moltissime delle scene che riguardano i due protagonisti sono pretestuose e spesso non convincenti proprio perché nella cifra totale della trama non hanno alcun senso se non quello di farli stare forzatamente vicini. Personalmente non ho mai apprezzato le trame basate sulla miscommunication: insomma, questi due si piacciono ma non se lo dicono e nonostante entrambi abbiano compreso i sentimenti dell’altra persona non fanno mai un passo per cominciare una relazione. Non capisco perché, dal momento che la trama cerca di spiegarcelo in modo forzato.

Ciò che ho apprezzato, invece, è l’ambientazione, molto fiabesca, spesso grafica nelle descrizioni di fiori allucinogeni coloratissimi, di soffici nuvole e voli di draghi. Amo i worldbuilding simili, mi ricordano sempre libri come Once more upon a Time o il mio amato Shrek. Anche l’approfondimento psicologico dei secondari ha avuto molto più spazio, tanto che conosciamo la storia di moltissime figure introdotte nel primo libro e che non avevano ancora avuto modo di esprimersi al meglio. 

Eppure, diciamo che i pregi veri e propri finiscono più o meno qui, perché a parte l’ambientazione e a parte che come libro sia scorrevole e intrattenga, per il resto cade moltissimo nel cliché del romance, ad esempio inserendo la presenza di una ship letteralmente per chiunque. È una cosa che detesto perché essere single non è una situazione a cui trovare un rimedio e se il romance è incentrato sui protagonisti non mi sembra equilibrato aprire infinite parentesi su chi piaccia a chi ma non glielo voglia dire.

Non voglio sembrare disfattista in questa recensione, come già detto Apprendista cercasi mi è piaciuto inserito nel suo giusto contesto, ma credo che sia giusto fare le doverose precisazioni in merito alla differenza di tono e di struttura rispetto al primo. Sicuramente leggerò i seguiti, anche se ho un po’ di timore perché quattro libri rischiano di stiracchiare eccessivamente la trama

mercoledì 13 novembre 2024

Il Vento è un impostore

  • Titolo: Il Vento è un impostore
  • Titolo originale: Your presence is mandatory
  • Traduttrice: Roberta Scarabelli
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788811008309
  • Casa editrice: Garzanti
Trama


Si può costruire un'intera vita su una bugia? Yefim lo ha fatto. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici. Dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Yefim si domanda cosa farebbero i suoi famigliari se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto celato in una valigia che ora, all'insaputa di tutti, Yefim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve conoscere la storia del giovane, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un'uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve sapere del filo spinato, della fame, del freddo. Soprattutto, nessuno deve sapere del giorno in cui ha dovuto compiere una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Quel giorno terribile in cui ha iniziato la sua esistenza controvento, rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un'altra bugia, pur di tornare a casa. Ma, adesso, è proprio in casa sua che questi segreti stanno per essere riportati alla luce. Yefim avverte nell'aria lo stesso odore di tempesta dei cieli solcati dagli aerei. Ma la storia non può essere cancellata dalle fiamme. Perché quei periodi bui devono essere raccontati, anche quando è difficile. Soltanto così i sommersi non saranno solo polvere portata dal vento. Un romanzo ispirato a una storia vera, che interroga il lettore su cosa voglia dire essere un «salvato», come spiegava Primo Levi. Un libro che racconta un aspetto poco noto della tragedia della Seconda guerra mondiale. In quel passato, ci sono le domande e le risposte che oggi, forse più che mai, non vanno dimenticate.

Recensione e commento

Ero molto curiosa di leggere Il Vento è un impostore, perché spesso i romanzi storici ambientati durante la seconda Guerra mondiale rischiano di incorrere in alcuni cliché che personalmente trovo fastidiosi, ad esempio il fatto che tutto vada sempre a finire bene per il protagonista perseguitato nonostante tutte le vicissitudini.

Sotto questo aspetto, Il vento è un impostore mi ha stupita proprio perché differisce a partire dalla struttura. Il romanzo si svilita su tre piani temporali diversi, uno ci racconta il periodo della guerra, uno ci racconta gli anni successivi e il terzo invece è ai giorni nostri, o quasi. Gli anni della guerra sono esattamente come ve li potete immaginare, fame, morte, tradimenti da persone vicine, sporcizia e vessazioni fisiche e psicologiche. La parte che personalmente ho trovato più interessante è stata quella del dopoguerra perché ci mostra un lato della Storia dei vincitori che non viene raccontato spesso, infatti, nonostante la guerra sia ormai finita e tutti i popoli stiano cercando di tornare alla normalità, ci sono comunque dei problemi per il protagonista, non più perché ebreo, ma perché ex prigioniero. Durante il regime di Stalin, infatti, farsi catturare era considerato un crimine e scappare da un campo di prigionia o di concentramento non garantiva la libertà una volta tornati in patria, poiché era un crimine punibile con la prigione. È per questo motivo che Efim non può permettersi di aprirsi nemmeno con la sua famiglia, indossa una maschera anche con sua moglie e i suoi figli, persino una volta che Stalin non c’è più, o rischia l’ostracismo sociale. Oltre al danno la beffa.

L’elemento che ho apprezzato maggiormente è stato il protagonista veramente, ma veramente, antipatico. Per quanto le parti che lo raccontano durante la guerra, nel suo cercare di fuggire, nel non arrendersi al nemico, siano quelle più empatizzabili, ma tutto sommato simili a quelle di altri libri, il quadro che ne emerge nel dopoguerra è quello di un uomo peggiore di quanto gli atti compiuti durante il conflitto farebbero sembrare. È manipolatorio nei confronti della moglie, che seduce e sposa solo perché rimane incinta, dopo averla fatta sentire speciale. Entrambi sono infelici e schiavi della loro mancanza di comunicazione. Lui si lamenta del fatto che sua moglie non possa comprenderlo ma al tempo stesso non si confida mai con lei, non le dice cosa è veramente successo perché non si fida di lei al punto da consegnarle il segreto della sua libertà.

La parte ambientata nel presente racconta tutto il dolore di una famiglia sche scopre di non aver mai davvero conosciuto una delle loro persone più care e questa parte è autobiografica: l’autrice inserisce un aneddoto reale della sua vita, ovvero quello in cui, alla morte del nonno, viene ritrovata una lettera indirizzata al KGB dove racconta di essere stato prigioniero in guerra. L’abilità della scrittrice credo sia consistita proprio nel mettere qualcosa di personale senza buttarla sul patetico e anzi, spesso mostrandoci il lato peggiore del protagonista, cosa nient’affatto scontata, il tutto mentre cu racconta tante vite intrecciando punti di vista e tematiche.

Se cercate un romanzo storico un po’ fuori dai canoni, sicuramente Il Vento è un impostore è un libro da tenere in considerazione, poiché la sua struttura e la psicologia dei suoi personaggi differiscono dalla media dei romanzi storici sulla Seconda guerra mondiale.

mercoledì 6 novembre 2024

One Dark Window

  • Titolo: One Dark Widow
  • Titolo originale: One Dark Window
  • Autrice: Rachel Gilling 
  • Traduttrice: Lucia Feoli
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788809979482
  • Casa editrice: Giunti
Trama


La città di Blunder è circondata da una nebbia che rende folle e infetto chiunque vi entri in contatto. Elspeth conosce bene quella magia, perché scorre nelle sue vene in quanto infetta. Ma la deve tenere nascosta, perché la magia è bandita, pena la morte. Nessuno deve sapere che è costretta a convivere con l'Incubo, un mostro, uno spirito antico intrappolato nella sua mente, che le parla e la protegge. Tutto cambia quando incontra un bandito nella foresta, un uomo affascinante e misterioso, ma che è anche a capo degli uomini più pericolosi della città. Elspeth viene così trascinata in un mondo di ombre e inganni, in cui il confine tra la ragazza e il mostro diventa sempre più labile...
Recensione e commento

Sono un po’ combattuta mentre scrivo questa recensione, perché One Dark Window alterna elementi di pregio assoluto e altri di fattura un po’ più grezza. In questa recensione cercherò di mettere tutto per iscritto in modo schematico, sperando che possa aiutarvi a capire se possa fare al caso vostro.

Partendo dalle cose positive, prima fra tutte mi viene in mente l’ambientazione, perché ci troviamo un un mondo fantastico di stampo vittoriano, con castelli immersi nei boschi, abiti sontuosi, feste in maschera e una nebbia costante a celare il tutto. L’ambiente descritto è immersivo e bastano veramente poche pennellate per trasportarci nell’atmosfera malinconica e opprimente di un mondo in lento disfacimento a causa di un morbo. Anche il sistema magico è ben delineato e abbastanza complesso da non risultare banale, per quanto di tanto in tanto ci sia qualche scivolone, infatti non solo abbiamo un mazzo di carte magiche da riunire per spezzare una maledizione, ciascuna delle quali conferisce un potere specifico, ma abbiamo anche un morbo che conferisce poteri imprevedibili a chi lo contrae. 

Secondo me, è qui che l’asino ha cominciato un po’ a cascare, perché per quanto la cornice della storia fosse interessante, non sono rimasta del tutto convinta dalla trama in sé, che non presenta grosse sorprese e anzi, concentrandosi moltissimo sulla parte romance ha moltissime dinamiche già fin troppo collaudate. Il sistema magico e il worldbuilding avrebbero consentito di creare qualcosa di molto più dirompente. Chiariamoci, non voglio essere troppo severa con questo libro, perché oggettivamente è un libro di qualità superiore rispetto a moltissimi romanzi che si vedono in giro, ma al tempo stesso ho un po’ di rammarico perché poteva essere fatto ancora meglio di così: se la prima parte del libro fosse stata meno confusionaria, meno ripetitiva e se i personaggi fossero stati meno macchiette (lei bella bellissima ma con gli specchi di legno, estremamente timida e che “non è come le altre ragazze”, lui meno bel tenebroso dal cuore tenero ma adornato di spine) probabilmente mi sarebbe entrato nell’anima, eppure non è successo perché personalmente ho trovato che mancasse quella cesellatura e quella cura dei dettagli che lo avrebbero reso perfetto. Mi ha fatto un po’ storcere il naso la rappresentazione femminile che apparentemente non ha nulla che non vada, ma c’è sempre un sottofondo di superiorità nei confronti delle altre donne che possono essere o matrigne, o sorellastre (nel senso comune del termine), oppure diventano cattive all’aumentare della loro bellezza. Le altre donne nella storia possono essere figure positive solo quando fanno le guerriere o quando sono figure materne in senso classicamente inteso.

Inoltre, se da un lato lo stile, che di per sé non presenta nulla di imbarazzante e che si adatta benissimo alla storia oscura che racconta, allo stesso tempo è arricchito da similitudini che vorrebbero essere evocative ma non vogliono dire nulla. Per esempio, quando sono incappata in una frase, a cui ho dedicato addirittura un video su TikTok, mi si è completamente rotta la sospensione dell’incredulità: cosa significa, di preciso “avere gli occhi del colore delle pietre nei fiumi”? Sono neri? Sono grigi? Sono verdi perché ci sono le alghe? Di che colore sono? Oppure ancora ci sono troppe situazioni in cui il mondo primario si intrufola dalla finestra in quello secondario, come quando la voce narrante, che corrisponde a quella della protagonista che ci racconta tutto in prima persona, paragona dei colori molto vividi a quelli delle vetrate delle cattedrali. In un mondo dove non esiste il cristianesimo. In aggiunta, ho trovato stridenti molte situazioni dal punto di vista della verosimiglianza, perché se ci troviamo in un mondo fatavittoriano dove i rapporti tra uomini e donne sono rigidamente normati al punto che la protagonista e il coprotagonista devono fingere di essere fidanzati per poter avere un qualche tipo di contatto sociale, ho trovato strano che stessero da soli il 90% del tempo senza uno chaperon anche prima di fingere una relazione romantica. E ci sono state molte altre situazioni simili in cui mi sono chiesta perché il tutto venisse risolto in modo forzato quando esisteva una soluzione più semplice.

Come al solito, suono più disfattista di quanto avessi intenzione, ma mi interessa mettere tutto sul piatto in modo da mettere le aspettative nella giusta prospettiva: One Dark Window è un libro discreto e c’è margine di miglioramento, per cui sono fiduciosa per quanto riguarda il sequel in uscita ad aprile. Se volete calarvi in un’atmosfera autunnale, dato che nel mondo reale ancora non accenna ad arrivare, One Dark Window è una buona alternativa, tenendo fermo il fatto che sarà proprio l’atmosfera, non la trama, la parte più interessante.

mercoledì 30 ottobre 2024

Il Ragazzo d’ottobre

  • Titolo: Il Ragazzo d’ottobre
  • Titolo originale: Dark Harvest
  • Autore: Norman Partridge
  • Traduttrice: Berta Maria Pia SMith-Jacob
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788855442817
  • Casa editrice: Sperling&Kupfer

Trama


Halloween, 1963. Lo chiamano il Ragazzo d'Ottobre. Tutti, in questo piccolo villaggio del Midwest, sanno chi è. Sanno che si erge dai campi di mais ogni 31 ottobre, e che si dirige verso il paese, dove bande di ragazzini eccitati aspettano l'occasione per affrontarlo, e impedire che arrivi alla campana della chiesa entro la mezzanotte. Un appuntamento rituale in cui bisogna combattere per sopravvivere. Pete McCormick sa che sfidare il Ragazzo d'Ottobre è l'unica occasione che gli è concessa per sfuggire a un futuro senza gloria. È disposto a tutto, persino a mettere in gioco la propria vita, pur di uscirne vincitore. Prima che la notte sia finita, Pete riuscirà a scoprire quale terrificante segreto si cela dietro a quell'incubo leggendario? Vincitore del Premio Bram Stoker, ora un film disponibile su Prime Video.


Recensione e commento 

La mia più cara amica è laureata in Cinema e Regia e con me ha sempre insistito molto sull’importanza di guardare gli horror perché in essi sono cristallizzate, inconsciamente o meno, le paure di un determinato periodo storico.

Il Ragazzo d’ottobre, è un romanzo pubblicato nel 2006 ma ambientato nel 1963 e presenta alcuni dei tropi ricorrenti del genere. Primo fra tutti, abbiamo il tema della fuga, perché ci troviamo in un piccolo villaggio dal quale nessuno può entrare o uscire e in cui, per qualche motivo, durante la notte di Halloween, un mostro con la testa di zucca si aggira per le strade mentre tutti i ragazzi maschi adolescenti devono cercare di ucciderlo. Chi ci riesce ha in cambio denaro, una macchina per andarsene e la sua famiglia non avrà mai problemi economici. Chiaramente, qui arriva la fregatura, perché prevedibilmente la gara è truccata ed è esclusivamente finalizzata al mantenimento dello status quo da parte dei potenti. Infatti sono la polizia, i politici e i banchieri a guadagnare di più da questa competizione, per cui è impossibile vincere davvero e il mostro potrebbe non essere esattamente quello che ha un aspetto inusuale. La paura è quella di rimanere incastrati in un paesino sperduto, senza possibilità di crescere, e finire a fare lo stesso lavoro che hanno fatto i propri genitori, senza mai potersene andare.

Il tono del romanzo è quello dei film d’azione  blockbuster, con un ragazzo emarginato he cerca di essere tosto, una bella ragazza dal passato difficile che fa da spalla aprendo gli occhi all'eroe e adulti cattivi che usano un linguaggio esplicito. La prosa è ricca di similitudini e metafore che cercano di fare calare il più possibile nell’atmosfera del libro anche grazie all’intervento di un narratore esterno onnisciente che usa la seconda persona singolare. Rivolgendosi direttamente a chi legge, la voce narrante ci dice che noi siamo già stati dove i protagonisti sono adesso, che sappiamo cosa stanno passando e cerca di farci immedesimare.

Eppure, questo romanzo che si può leggere in una sera, magari proprio quella di Halloween, ha anche qualche piccolo difetto. Infatti, per quanto il romanzo abbia un ritmo serrato, va detto che ci sono alcune cose che non tornano e che non vengono chiuse quando la trama arriva a conclusione. Non viene mai chiarito il motivo per il quale ogni notte del 31 ottobre questo mostro prenda vita, né come mai la città sia blindata e non si possa uscirne.

Se non avete ancora deciso come passerete la notte delle streghe, potreste prendere in considerazione di leggere Il Ragazzo d’ottobre. Vi terrà sicuramente compagnia creando l’atmosfera giusta. 

giovedì 17 ottobre 2024

The Cartographers - I Cartografi

  • Titolo: The Cartographers - I Cartografi
  • Titolo originale: The Cartographers
  • Autrice: Peng Shepherd
  • Traduttrice: Sara Marzullo
  • Lingua originale: inglese 
  • Codice ISBN: 9791281777095
  • Casa editrice: ne/on
Trama 

La vita di Nell Young ruota da sempre intorno alle mappe. Suo padre, il dottor David Young, è stato uno dei cartografi più rispettati al mondo: almeno fino a quando non viene trovato morto – o assassinato? – nel suo ufficio all’interno della New York Public Library. Lei e suo padre non parlavano da anni – da quando l'uomo l’aveva licenziata dopo un’accesa discussione su una mappa stradale apparentemente senza valore: la stessa che Nell trova nascosta nella scrivania dell’uomo. Nell non può fare a meno di indagare, e con grande sorpresa scopre che la mappa in realtà è incredibilmente preziosa e molto rara. Unica, forse, perché ogni altra copia sembra essere stata distrutta da un misterioso collezionista. Nell si ritroverà quindi a intraprendere un viaggio pericoloso che la porterà a scoprire una cospirazione inimmaginabile, i segreti della sua famiglia e il vero potere delle mappe.

Recensione e commento

Questo libro mi ha fatto pensare alla geologia. Avete presente quando una persona è appassionata di minerali, che per la maggior parte della gente sono solo sassi e pertanto noiosi, ed è così innamorata della sua materia che riesce a trasmettere entusiasmo per le pietre anche a voi? Ecco, per me The Cartographers - I Cartografi è esattamente così, un romanzo d'avventura per adulti in cui il fantasy appare solo dalla metà in avanti, in cui la geografia è movente narrativo, sistema magico e worldbuilding al tempo stesso. È una materia che spesso a scuola studiamo con poca convinzione, mentre in questo romanzo diventa ambiente prolifico per tagliagole senza scrupoli pronti a tutto per recuperare una mappa speciale.


Questa volta non penso di poter suddividere l'analisi di questo romanzo in "pregi" e "difetti", perché alcune volte si sovrappongono. Da un lato è pregevole che si tratti di una lettura leggera, non particolarmente difficile da seguire, eppure incalzante e serrata, dall'altro però è anche vero che è subito intuibile chi siano gli antagonisti nascosti nell'ombra in maniera neanche troppo astrusa. Questo può sia essere un difetto, per chi cerca una lettura più impegnativa, ma anche qualcosa di rassicurante per chi è in vena di una lettura leggera.

Per una volta ci troviamo davanti a personaggi abbondantemente adulti: la protagonista stessa ha trentacinque anni e si ritrova a indagare nel vissuto del padre e dei suoi amici dopo lungo tempo. Affrontiamo, quindi, i problemi di una generazione di adulti che però non sono pienamente appagati, che fanno lavori poco soddisfacenti per sbancare il lunario e questo si traduce in una generale voglia di evasione, nella ricerca di “qualcosa in più”, proprio ciò che Nell desidera e troverà nel suo percorso.

The Cartographers - I Cartografi è un romanzo che ci trasporta nelle atmosfere dei libri di avventura della nostra infanzia, ma se l’atmosfera è rimasta la stessa noi e le protagoniste che agiscono siamo cresciute. È un storia piacevole e molto autunnale, con le sue librerie traboccanti, la luce soffusa e le ampie aule dei musei. Potreste rifarlo prevedibile, ma non è un libro che punta a sorprendere, quanto a cullarci e coccolarci un pochino.

mercoledì 16 ottobre 2024

I cento Amori di Giulietta

  • Titolo: I Cento Amori di Giulietta
  • Titolo originale: The Hundred Loves of Juliet
  • Autrice: Evelyn Skye
  • Traduzione di: Martina Calvaresi & Dafne Calgaro 
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804773269
  • Casa editrice: Mondadori
Trama 


È una gelida, incantevole serata invernale in una piccola città dell'Alaska quando Helene e Sebastien si incontrano per la prima volta. Peccato che non sia veramente la prima volta. La loro storia la conoscono tutti, ma non è andata proprio come l'ha raccontata Shakespeare.

Recensione e commento

I cento Amori di Giulietta è un libro imperfetto. E l’ho amato tantissimo. Dall’inizio alla fine ho avuto gli occhi bagnati per la commozione.

Ma andiamo con ordine e, come sempre, partiamo dalle cose negative, dulcis in fundo.

Prima di tutto, analizzando il romanzo da un punto di vista tecnico e oggettivo, mi tocca ammettere che in alcune parti si sente un po’ l’ingenuità dell’autrice. Ho conosciuto Evelyn Skye con Damsel, che si basava sulla sceneggiatura del film omonimo ma che lo stacca nettamente per qualità prendendosi alcune licenze verticalmente migliorative rispetto alla pellicola. In quel contesto ho davvero sentito che l’autrice avesse la situazione perfettamente in mano, che avesse tutto sotto controllo, dalla prosa alle dinamiche da sviluppare e trovo che non abbia sbagliato un colpo. In I cento Amori di Giulietta, invece, l’ho sentita (giustamente) più inesperta, seppure con un grande potenziale. Ci sono alcune scene in pieno stile rom-com che sono un po’ buttate via nella cifra totale della trama che non avranno il risvolto che realisticamente avrebbero dovuto avere, ad esempio quando Helena dovrebbe occuparsi della libreria del paese ma si assenta per tre giorni come se nulla fosse e nessuno batte ciglio. Allo stesso modo, ci sono scene alla Misson Impossible, e 007 muto.

A parte questo, invece, ci sono state molte situazioni che mi sembravano inverosimili in un primo momento, ma che mi sono parse più credibili andando avanti: l’incipit del romanzo consiste nel primo incontro tra i due protagonisti con una Helena che riconosce l’amico immaginario che le ha tenuto compagnia nei suoi momenti bui, lui, d’altro canto, la allontana immediatamente in modo brusco. Mi sembrava la solita solfa dell’amore a prima vista, ma il sistema magico ha giustificato questa scelta, poiché Romeo non può morire ed è destinato ad amare e perdere Giulietta che si reincarna a ogni generazione in una donna diversa.

Per cui, per quanto il romanzo abbia sì delle ingenuità e alcune parti in cui la sospensione dell’incredulità viene meno, sono stranamente riuscita a passarci sopra perché il libro ha un messaggio di fondo e, cosa non meno importante, i personaggi sono ben caratterizzati. Romeo e Giulietta (o Sebastien ed Helena che li si voglia chiamare) sono due persone adulte, non due giovani con la corteccia prefrontale ancora da svilupparsi, e questo cambia molte cose. Sebastien-Romeo è un uomo equilibrato e ponderato, per quanto molto ferito e disilluso, mentre Helene-Giulietta è una donna ormai divorziata che sta cercando di affrontare la vita con ottimismo e tenti di cogliere la felicità appena le si presenta. È qui che si scontreranno le due personalità agli antipodi: lui non ne può più di soffrire e perdere la persona che ama, lei vuole bere ogni goccia di gioia perché la vita non si misura in anni ma in momenti. Lei stessa ha sofferto, nella vita, ma sempre con la consapevolezza che sia parte del gioco, che così è la vita. Sono state le parte dei reciproci flussi di coscienza a commuovermi, perché capivo perfettamente le ragioni di entrambi e credo che sia la paura di perdere chi amiamo, sia la voglia di vivere appieno siano sentimenti fortemente empatizzaibili anche per chi, come me, legge poco romance. I Cento Amori di Giulietta non è esclusivamente una storia d’amore, quella è sicuramente centrale, ma racconta anche di un’umanità che è sempre uguale a sé stessa, secolo dopo secolo, e non solo nelle cose negative, perché le emozioni umane sono le stesse in ogni epoca e in ogni punto della terra.

Il finale è leggermente frettoloso, ma mi ha dato quello che volevo, anche se avrei preferito avere qualche spiegazione in più sulla risoluzione del conflitto narrativo. 

I Cento Amori di Giulietta è molto fuori dalla mia comfort zone, eppure è una lettura che ho saputo apprezzare nonostante i piccoli problemi tecnici. È un libro agrodolce, con una struggente tenerezza di sottofondo che racconta di una storia d’amore che procede nonostante gli alti e i bassi della vita, non necessariamente tragici, e usa una storia particolare per raccontare sentimenti universali. Non è necessariamente verosimile, ma se cercate una storia che vi faccia bagnare gli occhietti da leggere in un paio di sere sotto le coperte penso che potrebbe essere il libro giusto.

mercoledì 9 ottobre 2024

The Cheerleaders

  • Titolo: The Cheerleaders
  • Titolo originale: The Cheerleaders
  • Autrice: Kara Thomas
  • Traduttore: Marco Astolfi
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788809925533
  • Casa editrice: Giunti
Trama


Cinque ragazze hanno mentito. Cinque ragazze sono morte. Non è rimasta neanche una cheerleader a Sunnybrook. Prima c'è stato l'incidente stradale in cui sono morte due ragazze. Poco dopo, altre due sono state brutalmente uccise dal vicino di casa, ma la polizia ha ucciso il killer e nessuno saprà mai il movente. La sorella di Monica è stata l'ultima a morire, e dopo il suo suicidio la Sunnybrook High ha sciolto la squadra. È successo cinque anni fa, ma Monica non riesce a dimenticare: ci sono le lettere trovate nella scrivania del patrigno, un vecchio cellulare riapparso, uno strano personaggio che si aggira per la scuola… Qualsiasi cosa sia accaduta cinque anni fa, non è finita e adesso torna a bussare alla porta. Un thriller ingannevole, un puzzle i cui pezzi si ricompongono alla perfezione. Un'autrice di spicco nel panorama dei thriller YA, conosciuta in tutto il mondo ma mai pubblicata in Italia.

Recensione e commento

Dopo un periodo in cui ho letto solo libri bellissimi ma cervellotici e un po’ impegnativi come la Trilogia dei Corpi e La lunga Notte senza Luna mi ci voleva un bel thriller adrenalinico adattissimo a questa stagione.

The Cheerleaders è un thriller young adult che riguarda un cold case e, per quanto non sia un libro perfetto,  ha sicuramente molti elementi apprezzabili. Si gioca moltissimo sulla percezione di cosa sia successo secondo il punto di vista della protagonista, Monica, che è la sorella di una delle cheerleader morte cinque anni prima in circostanze misteriose. È subito intuibile che la persona a cui è stata addossata la colpa non sia il vero colpevole, eppure le viene detto di smettere di indagare e di farsi domande sulla morte della sorella proprio perché la comunità e la sua famiglia stanno cercando di andare avanti. Naturalmente, Monica sarà inamovibile e metterà a rischio la sua carriera scolastica per scoprire la verità. 

Eppure, se da un lato ho apprezzato moltissimo gli incastri della trama, la ricerca delle risposte e il fatto che non tutto sia come sembra, dall’altro lato qualche buchino di trama c’è, specialmente per quanto riguarda il movente narrativo, che secondo me è un po’ traballante: non c’è una motivazione forte per la quale Monica, di punto in bianco dopo cinque lunghi anni, decida di mettersi sulle tracce di un assassino e cambi addirittura personalità ancora prima che le indagini comincino. Infatti, la storia si apre quando il suo cambio caratteriale è già avvenuto e chiunque abbia a che fare con lei glielo fa notare di continuo, ma non avremo risposte a riguardo. 

Un altro aspetto che secondo me è un difetto che sto riscontrando molto spesso nella narrativa di questo periodo è l’improvviso cambio di forma narrativa quando fa comodo. Il libro è narrato tutto dal punto di vista di Monica attraverso l’uso della prima persona, ma all’occorrenza vengono inseriti dei flashback saltuari dal pov della sorella morta. Personalmente non sono un’amante di questa struttura perché mi sembra sempre che chi la utilizza non abbia sotto controllo al cento percento la sua storia. A volte basterebbe usare una forma immersiva con narratore onnisciente per risolvere certi problemi dovuti alla cambio di punto di vista, per cui non comprendo il motivo per cui questa struttura sia tanto in voga, dato in realtà è meno letterariamente raffinata.

Al di là di questo, il finale mi ha abbastanza soddisfatta, perché è stato  realistico quanto basta, nel senso che non tutte le risposte vengono trovate, le persone continuano a tenere parte dei loro segreti e la realtà è molto complessa per quanto, istintivamente, si tenda ad appiattirla.

Ho apprezzato molto la varietà di tematiche trattate, Monica non è una protagonista stereotipata, quanto una persona a tutto tondo in un momento di piena crisi. Questo la porta a riflettere sulla sua famiglia, sulle sue amiche dalle quali si sta allontanando a causa di un cambio di priorità, ma anche su quello che vuole veramente. Ci sono state delle scene che mi hanno spezzato il cuore tra lei e sua madre, che hanno un rapporto molto freddo dovuto al trauma di aver perso quella che per loro era una figlia e una sorella. Ci sono molte cose in sospeso e non dette tra di loro e infatti lo scioglimento comincia in concomitanza con il loro riavvicinarsi e la fine dei loro segreti. Penso che per una persona in piena crisi adolescenziale, come quella a cui è indirizzato The Cheerleaders, sia importantissimo sentirsi amata a prescindere da quanto turbolenta possa essere, al di là della trama è questa la cosa che mi è piaciuta di più.

The Cheerleaders è un libro molto veloce adattissimo a essere usato come intervallo tra letture più impegnative. Questo non significa affatto che sia allegro o frivolo, anzi, la vastità degli argomenti trattati e le atmosfere cupe non sono affatto da sottovalutare. Resta comunque un libro adrenalinico e stringato perfetto per l’inizio dell’autunno.

Apprendista cercasi

Titolo: Apprendista cercasi Titolo originale: Apprentice to the villain Autrice: Hannah Nicole Maehrer Traduttrici: Cecilia Pirovano & ...